Manifesto di Azione dei Mountain Bikers Trentini PDF Stampa E-mail
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Venerdì 28 Ottobre 2011 16:18



[Comunicato Stampa] "Uno spettro si aggira per il Trentino: lo spettro della mountain bike. Tutte le potenze della vecchia Provincia, SAT in testa, si sono alleate in una santa caccia spietata a questo spettro. L’ MTB è ormai riconosciuta come potenza da tutte le forze provinciali. E’ ormai tempo che tutti gli appassionati di montagna e di libertà espongano apertamente a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro scopi, le loro tendenze, e che alla fiaba dello spettro della mountain bike contrappongano un manifesto di reazione alla dichiarata guerra da parte di questi burocrati…"

Questo “manifesto” nasce in risposta ai recenti, ripetuti tentativi di screditare e criminalizzare la pratica della MTB in Trentino da parte di gerontocratici esponenti della SAT, notoriamente feroci nel selezionare facili obiettivi da utilizzare come bersagli.
E' un appello rivolto a tutti gli appassionati di montagna del Trentino, MTBiker in testa.
È giunto il momento di metter freno alle intemperanze e agli abusi protratti dai politicanti e dai burocrati della SAT.
Questi personaggi hanno intrapreso una vera e propria caccia alle streghe, dove ottusi inquisitori perpetrano il loro inganno agitando il pubblico in una lotta demenziale, dannosa e antidemocratica nei confronti della MTB, uno spontaneo ed innocente movimento sportivo che coinvolge, solo in Trentino, migliaia di appassionati e che muove interessi economici enormi.
Dall’alto del loro seggio, questi emeriti personaggi, condannano il nostro movimento, predicano comportamenti, tuonano volgarità, paventano provvedimenti, dispensano intimidazioni.
A questa CASTA è concesso ormai di tutto. La loro ragnatela politica glie lo consente; la loro influenza sugli organi di stampa autorizza ogni eccesso!
Sono diventati l’unico interlocutore in materia di montagna; fra un po’ il solo guardare un paesaggio ha bisogno dell’avallo e dell’approvazione della SAT.
Si sono autonominati Unico Baluardo a difesa della montagna, Unico Ente promotore di principi e valori.
So benissimo che la base della SAT, i veri alpinisti, gli autentici uomini di montagna, gli amanti della natura si dissociano (e un po’ si vergognano) da molte delle tesi dei loro rappresentanti burocrati.
Sta di fatto che ogni loro abuso e ogni prevaricazione rimane lì sulle prime pagine dei giornali, impunita, priva di replica, al punto che ogni loro dissertazione è divenuta un dogma, una verità incontestabile.

Ma ora basta!
- Dobbiamo unirci per istituire una grande associazione, riconosciuta a livello provinciale, che abbia proprie e distinte funzioni e prerogative e che sia in grado di contrapporsi alla casta della SAT.
- Dobbiamo creare questo sodalizio unendo tutte le figure professionali e gli interlocutori interessati: appassionati, istruttori, agonisti, accompagnatori, allenatori, commercianti, negozianti, imprenditori, produttori, scuole di mtb, albergatori, rifugisti e gestori di impianti.
- Dobbiamo rappresentare il Trentino nella sua interezza, da nord a sud, da est ad ovest.
- Dobbiamo ribadire che scelte strategiche e determinanti, con riflessi così rilevanti, debbono scaturire da criteri di democrazia partecipata. Il coinvolgimento deve essere allargato a tutti gli interessati e non deve diventare terreno esclusivo di talune corporazioni.
- Dobbiamo impedire che la SAT rimanga l’unico interlocutore che ha voce in capitolo per tutto quello che riguarda la montagna (questo privilegio e monopolio dura già dal 1872 – direi che può bastare).
- Dobbiamo far fronte comune ed indire un convegno in cui venga fondata la Società Biker Trentini (o Free Trentino Bike o qualsiasi altro nome che sapremo individuare democraticamente).
- Dobbiamo coinvolgere il maggior numero possibile di appassionati.
- Dobbiamo coinvolgere le autorità provinciali perché è con loro che dobbiamo confrontarci e perché gli abbiamo scelti come nostri interlocutori; per ribadire che noi ESISTIAMO e che siamo capaci di fare le cose per bene, rispettando tutti e senza offendere nessuno! Per prospettargli in modo analitico e ben documentato lo stato attuale della situazione. Per replicare punto per punto alle volgarità rinfacciateci fino ad oggi. Per sottolineare e ricordare la cruciale importanza che riveste il movimento MTB provinciale in un territorio che vive di turismo.
- Dobbiamo dotarci di un organo direttivo, di un presidente e di un consiglio (se serve anche dello stemma, della divisa, del coro e della rivista;-).
- Dobbiamo stilare uno statuto che sia esempio di democraticità, rappresentatività, trasparenza e da cui trasudi amore per la natura e per i suoi frequentatori.
- Dobbiamo unire le idee di tutti e realizzare l’archivio catastale provinciale dei percorsi MTB e creare un sito internet ed un blog dove permettere a tutti di accedere ed avere le informazioni che desidera; perché noi siamo al passo coi tempi; anzi, siamo tecnologicamente avanzati.
- Dobbiamo essere i promotori di un codice di regolamentazione della MTB coerente, giusto, moderno, chiaro e condiviso.
- Dobbiamo ribadire che il territorio è sacro ed appartiene ai cittadini. I quali lo gestiscono attraverso gli organi democraticamente eletti (PS: bene ha fatto il comune di Pozza di Fassa a ricordare alla SAT quel sacrosanto principio: il territorio è dei suoi cittadini! Che lo usa come meglio crede, purché lo faccia democraticamente, tutelando l’ambiente, nell’interesse della collettività e nel rispetto delle regole).
- Dobbiamo riuscire a far sentire la nostra voce quando si parla di mountain bike, ciclabili, strutture, piani strategici, regolamentazioni, divieti ecc; paroloni che usciti dalla bocca dei burocrati menzionati sopra suonano come fanfaronate vuote di significato e buone solo per fini corporativistici ed elettorali.
- Dobbiamo “istituirci” ed agire nell’interesse della comunità a difesa dei valori di cui siamo da sempre portabandiera: passione, libertà, amore per la natura, democrazia, benessere fisico.
Dobbiamo riuscire a costituirci in questo modo perché solo così potremo contrapporci a carrozzoni come la SAT. Presi individualmente non abbiamo chance: veniamo zittiti od ignorati come è sempre successo fino ad oggi.
Solo in questo modo potremo reagire al sopruso che sopportiamo da troppo tempo. Soggiogati ad un predominio che ha relegato il Trentino, la regione più bella d’Italia per la MTB, a fanalino di coda per quanto riguarda lo sviluppo di grandi progetti per la MTB, tutti annichiliti sul nascere. Mettendo da parte le piste ciclabili (per le quali si aprirebbe un’altra amara diatriba) si può davvero parlare di arretratezza e di medioevo se paragoniamo la nostra realtà ad altre ben più evolute, ma alle quali non dobbiamo invidiare nulla dal punto di vista territoriale, anzi!
La situazione attuale vede biker, appassionati di montagna ed istituzioni immersi in un caos pirandelliano. In questo influisce non poco la mal partorita legge provinciale che ha gettato praticamente tutti nello sgomento; anziché chiarire le cose ci si è tuffati in un pantano dal quale nessuno è capace di levarsi. Si è, spero involontariamente, generato una girandola di rimpalli e di tranelli dove nessuno capisce chi e cosa si possa fare per realizzare, ad esempio, un percorso di mtb (articolo 22 della legge provinciale 15 marzo 1993, n. 8). Si noti che al tavolo di confronto per la stesura della legge erano presenti i rappresentanti della SAT, del Consorzio dei Comuni trentini, delle Aziende per il turismo, del Dipartimento risorse forestali e montane e, sentite bene, della Federazione Ciclistica Italiana. È come se, per verificare la fattibilità di un sentiero o di una ferrata, venisse interessata la Fidal (federazione di atletica). Nessuno si è accorto che la FCI si occupa del mondo dell’agonismo e non rappresenta minimamente il movimento della MTB in tutti gli altri aspetti. Insomma, nel momento di scrivere la “legge”, i nostri rappresentanti erano assenti. Ma è colpa nostra! Perché non ci siamo mai organizzati come movimento! Insomma cosa volete che sia scaturito da un simposio del genere? Se esaminate la legge lo capirete.
In questo nebuloso contesto si infilano le roboanti sparate dei personaggi sopra menzionati e di altri curiosi interpreti, plasmati da un unico elemento di coesione: la totale ignoranza della materia. I temi che vengono spudoratamente sventolati e che diventano addirittura il leitmotiv dei congressi SAT sono sempre i soliti: 1. MTB: il rispetto della natura; 2. MTB: il sovraffollamento dei percorsi, 3. MTB: la difficile convivenza fra trekker e biker.

Replico velocemente:
1. noi biker siamo spesso anche alpinisti; utilizziamo il mezzo ecologico per antonomasia (NB: perché da altre parti l’utilizzo della bici è osannato e qui è criminalizzato); sappiamo andare in montagna; non facciamo follie acrobatiche; non calpestiamo indiscriminatamente fiori ed alpeggi; spesso raccogliamo le carte e lo sporco che troviamo in giro; ricordo che il mitico Bruno Detassis (e come lui uno stuolo di altri signori alpinisti) si portava all’attacco delle vie utilizzando la bici e rimaneva in sella finché “giravano le ruote”, senza scandalizzare nessuno.
2. Si tratta di una situazione davvero improbabile. È molto più facile constatare che esistono sentieri solo grazie alla percorrenza dei ciclisti che mantengono vivo il transito su mulattiere e percorsi che sarebbero invece sopraffatti dall’inutilizzo e dall’incedere implacabile della natura.
3. Si tratta di una disputa artificiale ed alimentata ad arte. Noi, come i trekker, siamo anche alpinisti ed appassionati di montagna. I ruoli si scambiano vicendevolmente e di frequente. Quando ci incontriamo ci salutiamo e molto spesso ci scambiamo opinioni e punti di vista. Gli appassionati di montagna sono uniti dallo stesso sentimento; non sono divisi dal mezzo che utilizzano per realizzarlo!
Ribadisco tuttavia che ci sono eccezioni ai comportamenti virtuosi descritti sopra: non siamo santi e lo sappiamo bene. Ma è appunto l’eccezione che conferma la regola! O no!

Ora qualche nota conclusiva.
Voglio ricordare che la SAT non è l’organo di controllo della Provincia. La SAT ha la gestione della rete dei sentieri (SAT) nelle cui maglie non rientrano tutti i sentieri della provincia, men che meno le strade! [Qui ci tengo comunque a sottolineare che la gestione dei sentieri SAT è davvero efficiente, risultando un'opera assolutamente meritoria (e infatti il lavoro è effettuato dai volontari non dai loro rappresentanti al vertice della casta)]
Questo accanimento nei confronti della mountain bike è quantomeno singolare e sorprendente. Mi domando come mai la SAT non abbia applicato la stessa veemenza e risolutezza nei confronti delle mosche al pascolo e delle zanzare negli stagni!
Ma dov’è la SAT quando si realizzano progetti faraonici, mostruosi e deprecabili? Dove sono i tavoli di concertazione? Dove le leggi? Dov’è il rispetto della natura e delle dolomiti, patrimonio dell’umanità? Le linee degli impianti della Val Jumela o di Pinzolo-Campiglio, (solo per far un esempio) non rovinano forse i boschi, la natura, non stravolgono l’equilibrio ambientale, non devastano l’ecosistema? Proprio in quei casi i loro cari sentieri (SAT) vengono letteralmente spazzati via insieme all’intero habitat naturale.
Vien da pensare che l’ambiente sia un paravento; che in realtà i vertici satini, sempre presenti e così ben incravattati ai tavoli di lavoro, siano troppo vecchi da capire come funziona il mondo oggigiorno e compromessi da dover tutelare gli interessi di qualcuno. È molto più facile e fruttifero correr dietro a quei “delinquenti” che percorrono il sentiero in bici e spostano addirittura alcuni sassolini!
Un’ultima considerazione di tipo prettamente pragmatico. Ma i rappresentanti della Provincia, i ns politici, si rendono conto della valenza economica che ha il mondo della mountain bike in Trentino? Stiamo parlando di un indotto da capogiro. Non credo di sbagliare ad affermare che il mountain bike è la seconda voce nell’immenso capitolo del turismo sportivo dopo lo sci alpino! Vogliamo quindi veramente delegare lo sviluppo di progetti, di piani strategici, di norme ecc ad un’associazione che ignora completamente la materia e che finora non ha fatto che creare danni e rallentare la crescita del “turismo della MTB” a discapito di imprenditori, figure professionali ed appassionati? Perché, proprio in tempo di crisi, vogliamo perpetrare lo svilimento di realtà turistiche che potrebbero trovare nella MTB forse l’unico canale di sviluppo?
Dunque, per tutti i motivi sopra esposti chiamo a raccolta tutti gli appassionati di buona volontà! Biker, alpinisti, malgari, ingegneri, cacciatori, blogger, guide alpine, maestri di sci, webmaster, scalatori, avvocati, ciclisti, pensionati, politici, casalinghe, studenti, professori, operai, istruttori, muratori, forestali, scialpinisti, rappresentanti, ciaspolari, assessori, insegnanti, rifugisti, impiegati, camminatori, soci della SAT… siete tutti interpellati affinché ognuno porti il suo contributo alla realizzazione di questo progetto, unico modo in grado di controvertire la desolante situazione attuale.
Vi esorto ad inviare pareri, opinioni e soprattutto ad aggiungere argomenti e tesi relativi a questo spinosa faccenda a cui ormai si deve dare risposta.
Proponete una data in cui noi tutti ci si possa incontrare per far nascere questa nuova creatura. Siete tutti invitati a postare la vostra opinione ed a scrivere contattarci tramite l'apposita form.
Mi appello in particolare a webmaster, ingegneri informatici, appassionati di programmazione per dare una mano a realizzare la fondamentale parte web, unico strumento di divulgazione di questo manifesto.
Statene certi: questo appello verrà ignorato e tenuto allo scuro quanto più possibile.
Quindi dobbiamo farlo girare noi!
Invito, in modo altrettanto accorato, avvocati, studenti e professori ad aiutare per quanto riguarda leggi, normative ecc relative a normativa provinciale, sentieri, mtb, sat, norme di comportamento, responsabilità ecc.
So che alcuni appassionati di montagna e biker vorranno prendere le distanze da questo accorato appello. Sono altrettanto convinto che moltissimi troveranno invece lo spunto per condividere opinioni e punti di vista. Sarà, in ogni caso, il modo di far finalmente trapelare quel celato senso di malessere che serpeggia da ormai troppo tempo all’interno del ns movimento.
Spero che da questo confronto scaturisca qualcosa di importante nell’interesse di tutto il Trentino.
Perché il movimento della MTB, pur non essendo organizzato, esiste ed è spaventosamente grande!
“Tremino pure le classi dominanti davanti a questa rivoluzione. Gli appassionati di montagna non hanno nulla da perdere in essa fuorché le loro catene. E hanno un mondo da guadagnare”
MTBiker ed alpinisti di tutti i paesi unitevi!

 

Bike Marx

fonte: trentinomtbikers

 

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